Masa
era venuto a riprenderlo proprio a casa di Samejima… Kai non riusciva a
darsi pace, per la rabbia che sentiva dentro. Si era vergognato tantissimo,
suo padre –ma soprattutto Masa- l’avevano trattato come un bambino
piccolo, se ci pensava gli veniva voglia di spaccare qualcosa… non avrebbe
mai voluto ritornare a casa, in quel momento.
Masa
entrò improvvisamente senza bussare. Quando lui aprì la porta, Kai si
accorse del rumore che faceva la pioggia che aveva cominciato da poco a
cadere. La pioggia gli ricordava sempre quell’episodio della sua infanzia,
e Masa lo sapeva bene. E sapeva anche che Kai non era capace di restare
arrabbiato con lui a lungo; comunque, per essere sicuro, gli aveva portato
di nuovo il karumera. Per un attimo Kai se la prese, ma fu solo un attimo.
Sapeva che Masa non era capace di alcuna cattiveria nei suoi confronti, e di
conseguenza lui non riusciva a tenergli il muso. Gli offrì metà del suo
dolce, in silenzio, ammirando quasi inconsapevolmente la bellezza del suo
sorriso.
-
Non avresti dovuto venirmi a prendere- gli disse dopo un po’, con
leggerezza.
Negli
occhi di Masa passò un’ombra, ma Kai non se ne accorse.
-
Era giusto che lei tornasse a casa- rispose semplicemente, soltanto con un
po’ di durezza.
-
Sì, giusto. Mio padre ordina e tu scatti come un cagnolino ammaestrato,
vero?-
-
Gliel’ho detto, non è per suo padre… non solo-.
Kai
voleva chiedergli allora che cos’era che l’aveva spinto, ma aveva paura
della risposta che Masa poteva dargli. Era meglio non sapere: anche se
rimanevano in quel limbo d’incertezze e di parole non dette, se avesse
saputo avrebbe potuto cambiare tutto… e forse Kai avrebbe dovuto fare i
conti anche con se stesso.
Appallottolò
la carta del karumera e la gettò per terra. Si sdraiò sul letto dando le
spalle a Masa, per fargli capire di andarsene, ma improvvisamente sentì il
respiro dell’uomo sul suo orecchio. Si irrigidì, e le braccia di Masa
intrappolarono le sue in una stretta così possente da non riuscire a
liberarsi.
L’uomo
cominciò a baciargli l’orecchio. Kai sentiva la sua lingua calda e le sue
labbra scendere lungo la gola, poi sulla tempia, poi sulla guancia, e poi lo
sentì nella sua bocca all’improvviso, in un bacio che gli aveva preso con
tanta sorpresa che non era riuscito a fermarlo. Cercò di divincolarsi, di
liberarsi della stretta di Masa che gli mozzava il respiro, ma l’uomo non
lo lasciò andare e si strinse ancora di più a lui, intrappolandogli anche
le gambe fra le sue.
-
Lasciami… Masa…- mormorò a fatica Kai, mentre le labbra di Masa
cominciavano ad accarezzargli il collo. Masa gli liberò le braccia, posando
le mani sui suoi fianchi e risalendo verso il petto. Kai ne approfittò per girarsi un
poco verso di lui, e passò il braccio dietro la testa di Masa,
accarezzandogli il collo, la nuca, i capelli, e poi lo costrinse con uno
strattone a tornare sulle sue labbra e a prenderle di nuovo.
Masa
capì che non aveva più bisogno di tenerlo prigioniero, si spostò
leggermente indietro e Kai si sdraiò completamente sulla schiena,
offrendosi a lui. Le mani di Masa si insinuarono sotto la sua maglietta, e
l’uomo si sdraiò sopra di lui, avvicinandosi e stringendolo il più
possibile. Kai strinse le ginocchia attorno ai suoi fianchi, eccitato dai
suoi movimenti su di lui e dal suo peso che gli impediva quasi il respiro.
Era strano, cinque secondi prima lo voleva allontanare, e invece… forse
era solo il richiamo irresistibile del sesso, o forse no… forse era solo
la frustrazione di non poter avere di nuovo Samejima, o forse no… ma non
pensò a nulla di tutto questo: pensò solo a Masa e al suo peso
intollerabile che per nulla al mondo avrebbe voluto che si allontanasse da
lui.
Masa
gli tolse la maglietta con uno strattone così violento che la testa di Kai
sbatté forte sul cuscino; velocemente anche Masa rimase a torso nudo, e
tornò a sdraiarsi sopra di lui strofinando gentilmente il suo petto contro
la pancia di Kai, mentre con piccoli baci assaggiava il sudore che
cominciava a comparirgli sul collo. Kai abbassò il viso fino a quello
dell’uomo per esigere di nuovo la sua bocca; non resisteva più, voleva
baciarlo, e baciarlo… ma slacciò i pantaloni di Masa e infilò le mani,
dietro, sulle natiche. Masa sospirò e sorrise contro di lui.
-
Sei impaziente…- gli disse.
-
E tu sei subdolo… come un serpente- concluse Kai con un gemito di
eccitazione. Anche Masa gemette alla sua allusione e infilò a sua volte le
mani sulle natiche di Kai.
Il
ragazzo non fece alcuna resistenza. Chiuse le gambe fra quelle di Masa
permettendogli di spogliarlo del tutto. Godette nel guardare Masa
provocatoriamente, mentre con un brivido l’altro percorreva tutto il suo
corpo… ormai suo, perché Kai non aveva alcuna intenzione di tirarsi
indietro. Non che potesse, comunque…
Le
mani di Kai continuavano a percorrere su e giù la schiena e i fianchi. Masa
staccò una mano da lui e si abbassò leggermente i pantaloni, scoprendo il
membro eretto. Di nuovo, Kai lo guardò con quell’occhiata provocante che
lo sapeva far vibrare, come a sfidarlo a continuare… Masa si lasciò
cadere intenzionalmente su di lui, per sentirlo gemere, ed infine si liberò
dei pantaloni.
Kai
tremava. Era talmente impaziente ed eccitato che si sentiva mancare il
respiro, non solo per il peso di Masa che era obbligato a sostenere.
Improvvisamente conficcò le unghie nella schiena dell’altro, che mugolò
e si rialzò a guardarlo, interrogativo.
-
Non perdere tempo…- gli sussurrò Kai, mandandolo in estasi.
Masa
cominciò ad accarezzarlo, godendo dei suoi movimenti convulsi, e molto di
più quando Kai cominciò a ricambiare le sue carezze, mentre incrociava le
gambe sopra la sua vita, inarcando la schiena e scoprendosi interamente per
lui. Masa fece scorrere le dita dal suo sesso fino alle natiche, cominciando
ad esplorarlo dapprima con la punta delle dita. Kai non si era mai sentito
così fuori controllo e contemporaneamente così in balìa di qualcuno, ma
il corpo di Masa sembrava fatto apposta per possedere. Kai rispose coi
gemiti e con il movimento dei fianchi alla carezza di Masa, incitandolo ad
andare avanti. Le dita di Masa si fecero strada dentro di lui, ma Kai si
muoveva sempre meno pazientemente. Si stava mordendo un labbro, e non
avrebbe resistito ancora a lungo, se Masa avesse continuato a stimolarlo.
Masa
voleva farlo gridare; entrò in lui improvvisamente, ma senza violenza, e
Kai mugolò dalla sorpresa e dal dolore, ma presto non sentì nient’altro
che il calore di Masa dentro di lui e le sue spinte, dapprima lente e
delicate, e poi sempre più forti e profonde man mano che anche lui perdeva
il controllo. Perdendo ogni resistenza cominciò a fare forza con le gambe
sulla schiena di Masa per farlo muovere al suo volere. E finalmente Kai gridò,
quando il suo orgasmo esplose e lo lasciò completamente senza forze; Masa
continuò a muoversi in lui ancora qualche momento, e poi venne sopra di
lui, accasciandosi sul suo petto madido.
Kai
gli passò una mano fra i capelli, mentre Masa giaceva, abbandonato,
sollevando la testa al ritmo del suo respiro. Il suo odore lo circondava, e
le sue braccia lo stavano stringendo delicatamente, rilassandosi. Scivolò
da sotto di lui e gli si stese accanto, poggiando la testa sulla sua
schiena, da cui poteva sentire il battito un po’ accelerato del suo cuore.
Masa non si mosse, ma Kai sperò che non si fosse addormentato; a sua volta
chiuse gli occhi, assaporando quella pelle morbida e quel petto muscoloso
sotto le sue dita; poi sfiorò la schiena con la guancia e riunì le mani
sotto il viso. Com’era bella quella sensazione calda… com’era
rilassante e… gli stava sfuggendo dalle dita. Masa si stava spostando: Kai
aprì gli occhi e vide che si stava alzando a sedere.
-
Cosa fai?- gli chiese quando Masa cercò fra le coperte la sua biancheria.
-
Adesso devo andare-.
-
Come andare? Cosa… e perché?-
-
Si staranno domandando che fine ho fatto-.
-
Lasciali stare, non…-
-
Se aspetto un altro po’ mi verranno a cercare qui, e non vorrei che ci
trovassero così…-
-
Be’, possiamo chiudere la porta a chiave…- disse Kai simulando un
disappunto infantile. – Dai, resta qui…- piagnucolò.
-
Non posso- ripeté Masa infilandosi la camicia. Kai si sporse dal letto per
riaprire i bottoni che lui aveva appena allacciato. Visto che Masa
allontanava le sue mani, scherzosamente ma non troppo, si rimise a letto, ma
con un gesto provocatorio si scoprì del tutto.
-
Dai… se rimani, non ti lascerò rimpiangere i tuoi amici di là…-
Masa
lo guardò per bene, a lungo, lottando dentro di sé per decidere che cosa
fare… non era ancora pronto per ricominciare, ma niente gli vietava di
rimanere lì con Kai e aspettare, e nel frattempo trovare qualcosa di
piacevole da fare…
Kai
gli sorrise e si girò su un fianco. Masa adorava quel suo modo di fare, a
metà fra il verginello inesperto e l’amatore navigato… sapeva bene come
farlo andare su di giri. Sedette sul letto accanto a lui e lo baciò.
-
Se tuo padre dovesse beccarci sarebbe una tragedia… ma ti prometto che
torno, ok? Faccio più in fretta che posso…-
-
Ti do dieci minuti, poi mi addormento!-
-
Dai, se mi aspetti… dormiamo insieme, ti va?-
Kai
gli tese le braccia e si fece baciare di nuovo. Poi gli porse le calze che
erano state disperse nel letto e si rimise sotto le coperte. Quando Masa se
ne fu andato, sbuffò. Non aveva voglia di aspettarlo, aveva voglia di fare
ancora l’amore, ma subito, e non era giusto che Masa se ne fosse andato.
Oltretutto gli stava davvero venendo sonno e non gli veniva in mente niente
che lo tenesse sveglio. Forse aveva ancora un manga da qualche parte che non
aveva finito di leggere… si ricordava di averlo visto l’ultima volta sul
comodino, ma adesso non c’era più… magari qualcuno l’aveva messi
via… aprì il cassetto per esserne sicuro.
Oh,
ma lì c’erano quei ritagli che aveva tenuto su Samejima! Non ricordava
neanche più di averceli messi. Li aveva collezionati per un sacco di tempo,
aveva cercato su tutti i giornali e le riviste che gli erano capitati per le
mani gli articoli che parlavano del “suo” campione, ma… si accorse che
adesso non gli interessavano più. Non sapeva più che farsene, un po’
perché Samejima gli aveva detto chiaramente di no, e un po’ perché…
be’, non aveva foto di Masa ma poteva avere molto più che foto, da lui…
le avrebbe buttate via, ma adesso non aveva voglia di alzarsi. Stava
cominciando a sentire leggermente freddo, perciò le lasciò sul comodino e
si rimise fra le coperte, al calduccio. Forse poteva rimanere sveglio
pensando che quel calore fosse dovuto alle braccia di Masa, ma fu proprio
questo che lo rilassò enormemente… e si addormentò.
Masa
fece il più in fretta possibile, ma quando tornò in camera di Kai, lui
stava già dormendo da un pezzo. Com’era carino, lo vedeva nella penombra
della stanza. Forse avrebbe potuto semplicemente sdraiarsi accanto a lui e
mettersi a dormire, o forse avrebbe potuto svegliarlo, e addormentarsi un
po’ più tardi… cominciò a sbottonare la camicia, un po’ ansioso, e
accese la luce sul comodino. Vide le foto di Samejima e si bloccò. Un
improvviso furore si impadronì di lui. Kai aveva pensato di guardare le
foto di Samejima dopo… dopo aver fatto l’amore con lui… non lo
poteva sopportare. Allora forse Kai aveva pensato a lui mentre facevano
l’amore… non lo poteva sopportare! Quel dannato kendoka si era messo fra
di loro quando Kai non sapeva niente, ma dopo quella notte… stava per
perdere la testa. Strinse forte quelle foto tra le mani e se ne andò nella
sua stanza, e appena arrivò le appallottolò con violenza e le gettò nel
cestino, restando ad osservarle furioso chiedendosi perché, nonostante
tutto, quell’uomo non uscisse dai giornali e non venisse a dargli ancora
fastidio.
Kai
si svegliò da solo. Quello scemo di Masa non era venuto, allora… forse se
ne era andato per non svegliarlo. Doveva andare da lui e mettere bene in
chiaro che poteva svegliarlo come e quando voleva! Kai era felice, quella
mattina, si sentiva leggero come una piuma e non vedeva l’ora di baciare
ancora Masa. Si era già completamente dimenticato delle foto e non si
accorse nemmeno che non erano sul suo comodino.
Bussò
piano alla stanza di Masa ed entrò senza aspettare la sua risposta; Masa lo
accolse con un viso di ghiaccio, ma Kai non ci fece caso.
-
Buongiorno, Masa… hai tu le chiavi della mia moto?- gli chiese con
noncuranza. Masa fece un gesto vago con la mano, verso la scrivania. Kai
guardò e vide le chiavi. Si avvicinò per prenderle, e l’occhio gli cadde
su un pezzo di giornale per terra, vicino al cestino. Si chinò a
raccoglierlo.
-
Oh, guarda, è una foto di Same…- e poi vide quello che c’era dentro il
cestino. – Ma… le mie foto! Hai preso le mie foto!- gridò.
Masa
lo guardò senza esprimere nessuna emozione, e questo fece arrabbiare ancora
di più Kai.
-
Non dovevi toccarle! Come ti sei permesso, io…- Senza volerlo, con un
gesto della mano urtò gli occhiali scuri di Masa che erano sulla scrivania
e li fece volare sul pavimento, mandandoli in mille pezzi.
-
Ma Kai!- disse Masa stizzito, senza volerlo.
-
Che cosa vuoi? Tu hai preso le mie foto! Non dovevi neanche toccarle!
Anzi… ecco!- raccolse gli occhiali da terra e li sbatté contro la parete,
distruggendoli del tutto. Poi se ne andò sbattendo forte la porta. Masa
sedette sul letto. Per colpa di un gesto fatto senza pensarci, adesso aveva
distrutto la cosa a cui teneva di più al mondo. Anzi, sospirò vedendo i
frantumi degli occhiali, entrambe le cose più preziose che aveva.
Kai
si pentì di quello che aveva fatto dieci minuti dopo essere uscito di casa,
subito dopo aver acceso la moto. Perché se l’era presa così? Dopotutto
aveva deciso di buttarle, quelle foto… sì, ma non gli andava che Masa si
prendesse il diritto di portar via dalla sua camera le sue cose senza il suo
permesso… anche se la sera prima non si era arrabbiato se Masa non
gliel’aveva chiesto… Adesso si sentiva un verme. Sapeva che quegli
occhiali valevano molto per Masa, e sapeva anche che avevano girato per i
negozi di mezzo Giappone per trovarli esattamente come diceva lui… anche
non aveva fatto apposta si sentiva in colpa lo stesso. Uffa, se non avesse
fatto tante storie per una stupidaggine, forse adesso sarebbe stato ancora a
letto con Masa… e invece forse adesso lui non ne avrebbe più voluto
sapere. Doveva farsi perdonare in tutti i modi… d’altra parte, non
poteva riaggiustargli gli occhiali… o forse sì? Si ricordava ancora dove
li avevano comperati, chissà…
Pensava
di tornare presto a casa per rimettere a posto le cose con Masa, ma perse
molto più tempo del previsto. Di sicuro a quell’ora, a mattina inoltrata,
Masa aveva qualcosa da fare per suo padre, con la banda… e magari non
sarebbe stato molto disponibile. E poi.. doveva prendersi tempo per
inventare una frase con cui chiedergli infinitamente perdono, anche se gli
occhiali nuovi erano lì nella sua tasca in un bel pacchetto rosso. Così
rimase fuori anche a pranzo e passò il pomeriggio in una libreria,
sfogliando a caso tutti i libri che vedeva per trovare ispirazione.
Naturalmente non trovò niente di interessante; ma comunque era ancora
troppo presto per tornare da Masa.
Kai
non era tornato nemmeno per pranzo. Masa aveva passato il giorno accanto
alla finestra, mentre chi gli parlava -
che fosse stato Sagano in persona o Kyosuke- tentava invano di catturare la
sua attenzione. Scrutava la strada per cogliere il momento esatto in cui Kai
fosse ritornato. Sperava che non fosse più arrabbiato con lui, ma non
vedeva l’ora che il ragazzo trovasse la sorpresa che gli aveva preparato.
Facendo
una grande violenza a se stesso, aveva tirato fuori dal cestino quelle foto
di Samejima – per fortuna nell’impeto di rabbia della sera prima non le
aveva strappate!- e, lisciandole più che poteva una ad una, quando invece
avrebbe voluto stringere le dita attorno a quello collo di bambola, le aveva
rimesse a posto incollandole ordinatamente sulle pagine di un quaderno, per
Kai. Poi l’aveva messo in una scatola e l’aveva lasciato sul letto di
Kai, impaziente che il ragazzo lo scoprisse. Aveva stretto talmente i denti,
nel guardare quel demone bellissimo, che si era consumato tutti i molari, ma
sperava per il suo bene che per una volta lo aiutasse a far pace con Kai.
Il
ragazzo rientrò un’ora prima della cena. Fu leggermente deluso nel non
vedere l’auto di suo padre, ma sperò che avesse preso un altro dei
ragazzi come autista, invano: Masa non era né in camera sua, né nello
studio, e infatti gli dissero che era uscito. Kai ci rimase molto male: per
tutto il giorno aveva avuto voglia di essere stretto contro il suo petto così
forte e muscoloso… be’, si disse, probabilmente torneranno per cena.
Sempre che suo padre non avesse un pranzo d’affari… uffa, non doveva
essere così disfattista, sarebbe andato tutto bene. Rimase nell’ufficio
di Masa a guardare dalla finestra: da lì si vedeva l’ingresso e avrebbe
saputo il momento esatto in cui la macchina sarebbe tornata. E, grazie al
cielo, non dovette aspettare molto: l’auto percorse il vialetto e si fermò
davanti all’ingresso; Kai era sicuro che Masa era seduto al posto di
guida, adesso sarebbe sceso e avrebbe aperto la porta a suo padre… appena
lo vide Kai ebbe un sobbalzo: ma aveva sul viso un paio nuovo di occhiali
scuri! Gli si spezzò il cuore: avrebbe dovuto pensarci… certo, quelli
erano diversi dal paio che gli aveva rotto, ma forse Masa aveva voluto
cambiare… e anche quelli gli stavano da dio.
Scappò
nella sua stanza prima che lo beccassero lì; era talmente deluso che si
sedette sul letto senza neanche notare la scatola che lo aspettava da quella
mattina; la vide solo quando ci inciampò sopra mentre si sdraiava; e quando
l’ebbe aperta e ebbe sfogliato il quaderno, la frustrazione che aveva
dentro si sciolse del tutto, e quando vide il bigliettino che era rimasto in
fondo alla scatola, in cui era scritto semplicemente “scusami” con la
grafia di Masa, si trovò a sorridere come un idiota – o come un
innamorato- e dimenticò gli occhiali nuovi di Masa: adesso voleva
semplicemente fare pace con lui.
Purtroppo
a cena non lo incontrò: sembrava che avessero già fatto uno spuntino fuori
di casa con suo padre e che Masa non avesse voglia di scendere per la cena.
Kai si sentiva troppo strano per mangiare, e si alzò quasi subito; non
voleva fare altro che correre da Masa.
Lo
trovò alla finestra, intento a fissare fuori; ma appena si girò verso di
lui sentì le gambe molli e dimenticò quello che gli voleva dire: il suo
viso era ancora una maschera di pietra, e mentre lo guardava Kai notò che
stringeva ancora di più gli occhi, come per aumentare ancora la distanza
fra loro.
-
Allora? Che c’è?- gli chiese Masa dopo un po’ che se ne stava lì
imbambolato. Kai fece scorrere lo sguardo nella stanza e si fermò sugli
occhiali nuovi sulla scrivania.
-
Ne hai trovato un altro paio, vedo…- disse piano.
Masa
fece un gesto casuale e alzò le spalle.
-
Me li ha prestati Toshi, ma… non mi piacciono. Mi fanno sembrare uno
stupido yakuza-.
-
Ma perché, che cosa sei?- non poté fare a meno di dire Kai, con un
sorriso.
-
Sono uno yakuza, sì, ma… temibile! E soprattutto rispettabile!- Kai rise
alla battuta e da quel momento l’atmosfera si sciolse. Il viso di Masa si
distese, e Kai osò avvicinarsi a lui.
-
Senti… grazie per quello… quello che hai fatto con le foto di Samejima
e… sono stato un idiota ad arrabbiarmi- Kai si avvicinò ancora, elegante
come un gatto. – In realtà… le avevo messe lì per buttarle via-.
Masa
alzò un sopracciglio. Quel che Kai gli aveva detto lo aveva sorpreso
enormemente, ma era riuscito a controllare le sue reazioni. E allora la
scenata di quella mattina? – Scusa, se le volevi buttare perché non…-
Kai
lo interruppe con un gesto. Prese dalla tasca il suo pacchetto e lo porse a
Masa.
-
Avevo pensato anche io a come chiederti scusa…- e mentre Masa si
avvicinava per prendere il pacchetto, Kai ne approfittò per baciarlo di
sorpresa. Masa non si fece pregare e passò a condurre lui il bacio.
-
Non ho capito…- disse staccandosi appena da lui, con la voce roca. –
Quale dei due è il tuo pensiero?-
-
Entrambi- rispose Kai divincolandosi e dandogli il regalo. Masa lo aprì
sedendosi sul letto, e Kai fu immensamente gratificato dall’espressione
che si dipinse sul suo viso.
-
Kai! Ma sono uguali! Grazie!-
-
Non c’è di che-. Kai si sedette a cavalcioni delle sue gambe. – E ora
veniamo al secondo regalo…-
Lo
baciò di nuovo, strofinandosi contro di lui, e accarezzandogli la schiena e
la nuca finché lo sentì premere contro la sua coscia attraverso i
pantaloni. Kai gemette e fece per spingerlo a sdraiarsi, ma Masa d’un
tratto lo allontanò e si sdraiò prono sul letto, dandogli le spalle. Kai
ne fu sconcertato, ma in quel momento non pensava di darsi per vinto.
Sedette di nuovo a cavalcioni su di lui, portando il petto contro la sua
schiena. Quella posizione era ideale per dirgli tutto quello che voleva
nelle orecchie. Masa teneva gli occhi chiusi nel tentativo di non eccitarsi
ulteriormente a contatto del corpo di Kai.
-
Mi stai… evitando?- sussurrò questi, sensualmente, nel suo orecchio, e
Masa dovette respirare a fondo e pensare a… a che cosa? Gli venivano in
mente solo cose una più erotica dell’altra… compreso quel tocco della
mano di Kai fra le sue gambe, prima di realizzare che era vero. Kai lo stava
toccando e Masa si rese conto che il suo corpo stava assecondando quelle
carezze. Quel ragazzo era un demonio, pensò.
-
Kai, smettila- disse, e poi lo ripeté di nuovo, con più forza. Dovette
allontanargli la mano perché la smettesse.
-
Ehi, mi piaci anche quando fai il cattivo, sai…- Kai non aveva intenzione
di lasciarlo andare. Era anche pronto a lottare, se necessario, anzi,
sarebbe stato un bel diversivo.
-
Kai, ti ho detto di finirla. Non ora, per favore-.
Masa
si alzò e si allontanò dal letto, incerto nei suoi passi.
-
Ma Masa… ieri sei tu che mi hai cercato. Perché…-
-
Kai, non è il momento… tra poco devo andare ad un appuntamento
d’affari-.
Kai
sbuffò. Non aveva idea di che effetto avesse quel broncio su Masa, e questi
era ben deciso a non farglielo scoprire, almeno per quella sera.
-
Anche ieri te ne sei andato per affari…- gli rifece il verso Kai. – Sai,
stamattina ero più arrabbiato per questo che… per le foto. Avevi trovato
il tempo per entrare in camera mia e portarle via e non l’avevi per
restare a dormire con me!-
-
Non sono rimasto perché mi sono incazzato vedendo le foto. Mi dispiace…
ma ora…-
-
Che cosa ti costa? Una mezz’oretta di ritardo… un’ora…-
Kai
si avvicinò di nuovo. Masa era con le spalle al muro, ma essere catturato
non gli spiacque. Succhiò avidamente la lingua di Kai, e si rassegnò ad
andare avanti quando bussarono alla porta. Kai fece un salto indietro e le
braccia di Masa lo spinsero via.
-
Fratello?- Era la voce di Kyosuke.
-
Arrivo… solo un attimo- rispose Masa. Poi aggiunse sottovoce: - Devo
andare, mi spiace…-
Kai
era abbattuto, ma dopo un secondo rialzò la testa con un sorriso.
-
Ehi, ho un’idea… digli di aspettarti nel tuo ufficio. Dai!-
Masa
obbedì, curioso di vedere come andava a finire. Udirono i passi di Kyosuke
nel corridoio, e dopo qualche minuto Kai si azzardò a metter fuori la
testa. Nel corridoio non c’era più nessuno. Il ragazzo fece una corsa a
prendere la sua giacca e poi tornò a prendere Masa. Precedendolo di qualche
passo nel corridoio, Kai si assicurò che non ci fosse nessuno, e fece
strada fino al garage. Porse un casco a Masa e si infilò il suo.
-
Non è meglio se prendiamo la macchina?- disse quest’ultimo.
-
Sì, e perché non gli lasciamo anche un biglietto con scritto dove andiamo?
Dai, non fare storie!-
-
Ma…-
-
Senti, scegli: o vieni con me o resti con loro! Scegli e poi sta’ zitto-.
-
Sei uno stronzo! Questo è un ricatto!-
Masa
non poté vedere il sorriso che si disegnò sul volto di Kai, ma se
l’avesse visto l’avrebbe spinto sul sellino della moto e avrebbero fatto
sesso in quel preciso momento. Invece salì dietro Kai e uscirono nella
notte. Masa pensò per un attimo che era la seconda sera di fila che dava
buca al suo capo, ma il contatto delle sue mani con il ventre piatto di Kai
gli fecero scordare ogni cosa. Il ragazzo guidava come un pazzo, euforico,
superando di un bel po’ il limite, tanto che la moto sbandava qua e là
come se dovesse uscire di controllo da un momento all’altro. Quando poi
Masa cominciò a muovere leggermente le mani per stuzzicare Kai, questi
aumentò ancora e sbandò apposta invadendo l’altra corsia, completamente
preda dell’esaltazio-ne; Masa smise di accarezzarlo, giusto per arrivare
sani e salvi… anche se ignorava completamente dove lo stesse portando Kai.
Non che importasse, avrebbe fatto l’amore con lui in qualsiasi posto…
soprattutto in quel momento: il suo corpo era del tutto teso nella guida e
ogni singolo muscolo era disegnato sotto la giacca di pelle: una favola, una
meravigliosa tigre… quello stupido casco gli dava fastidio: moriva dalla
voglia di stuzzicargli il collo con la lingua.
Finalmente
si fermarono, e poté toglierselo. Nascosero la moto nell’androne buio di
un palazzo e Kai lo condusse per qualche decina di metri; si fermarono ad un
portone stranamente familiare ed entrarono; Masa era certo di essere già
stato lì, ma… la casa di Samejima! Certo che era stato lì, c’era
appena venuto per riprendersi Kai! Si fermò di botto.
-
Kai…-
-
Sì, è la casa di Enjoji e Samejima, dai, loro non ci sono… spero… e
nessuno ci troverà mai qui!-
Masa
ponderò per un attimo le alternative che aveva: rifiutarsi di entrare in
casa del suo rivale e salvare l’onore o scendere ad un compromesso e avere
Kai… al diavolo l’onore! Se solo guardava quel sederino che camminava
davanti a lui…
Kai
sapeva dov’era la chiave di scorta dell’appartamento; aprì e poi la
rimise a posto, chiudendo dall’interno con un altro mazzo di chiavi
nascosto in un armadio. Era tutto buio, a quanto pareva Enjoji e Samejima
erano davvero fuori.
-
Grazie al cielo…- disse Masa a voce alta, soprapensiero.
-
Dai, vieni… ho troppa voglia…- lo invitò Kai aprendo la porta della
stanza di Samejima.
-
Ma se ritornano…-
-
Non importa, e poi hanno anche un’altra camera… vieni o no?-
Masa
non se lo fece ripetere ancora. Kai era eccitato ed impaziente, e Masa si
lasciò spingere sul letto e baciare. Si slacciò la cravatta e la buttò
via, e così fece Kai con la giacca. Il ragazzo gli tolse la cintura e gli
sbottonò la camicia, poi si distese a sua volta.
-
Spogliami tu…- gli disse, e si lasciò spogliare e manipolare
completamente da Masa.
Masa
percorse con le mani tutto il suo corpo, dal collo teso alle spalle, al
petto, alle gambe, evitando soltanto il sesso per farlo impazzire di
eccitazione. Le sue mani erano talmente grandi che sembravano coprire
completamente l’addome di Kai, che teneva gli occhi socchiusi, del tutto
abbandonato al suo amante. Aveva voglia di piangere dalla felicità. Masa lo
riempì di baci. Quella sua passività forzata lo stava eccitando molto più
del normale, e sapeva che anche per Kai era così. Però… cercò di
respirare con calma per riuscire a trattenersi. Giocare così ancora per un
po’ sarebbe stato il massimo, e poi fare l’amore…
-
Girati- disse piano Masa. Kai non obbedì, e l’uomo lo girò dolcemente,
dissimulando il più possibile la sua impazienza; poi sedette accanto a lui,
ed impazzì guardandolo… la sua bocca e la sua lingua decisero di
assaggiarlo tutto, ogni centimetro della sua pelle, voleva sentire il sapore
di quel meraviglioso corpo perfetto.
Kai
riunì le mani sotto la testa e chiuse gli occhi. Masa sperò che non si
fosse addormentato, ma ormai non lo avrebbe risparmiato neanche nel sonno.
L’uomo cominciò a baciarlo e a leccarlo sul collo, poi scese sulla
schiena, sulle spalle e sulle braccia, e scese fin sopra all’osso sacro,
leccando e baciando il punto sensibile fino a farlo agitare e gemere perché
continuasse. Posò le mani sulle natiche, e le accarezzò, mordicchiando la
pelle; Kai alzò di scatto la testa con un piccolo grido, impreparato al
contatto con i suoi denti, ma Masa aveva già sostituito loro la lingua, che
passava rapidamente sul morso, e poi le labbra che baciarono e succhiarono.
Dio santo, quel sedere così sodo e morbido era il paradiso in cui
restare… ma non era ancora il momento. Scese a stimolare la pelle delicata
delle cosce, e poi l’interno del ginocchio, ricevendo ad ogni bacio e ad
ogni contatto un gemito d’approvazione di Kai. Poi risalì su di lui,
coprendolo con suo corpo; Kai aveva di nuovo chiuso gli occhi, ma le sue
mani contratte e le risposte del suo corpo mostravano chiaramente che era
sveglio. Cercò di voltarsi sotto Masa, ma non ci riuscì; sentiva il
contatto del suo membro duro proprio sotto il sedere, e lo voleva… Masa
gli afferrò i fianchi e lo sollevò facendolo appoggiare sulle ginocchia, e
gli allargò le gambe accarezzandolo contemporaneamente. Kai stava per
venire, ma voleva aspettare Masa; si spostò un po’ indietro per cercarlo
e incitarlo ad andare avanti.
-
Aspetta…- gemette Masa, aprendosi la strada con le dita.
-
No!- gridò Kai, con impazienza. – Ti voglio ora… subito…-
Masa si lasciò
andare. Entrò in lui con una spinta energica, e Kai si strinse attorno a
lui, per godere di quel contatto bollente, e iniziò a muoversi con lui,
incontrando le sue spinte ed incitandolo a muoversi sempre più forte.
-
Toccami!- gli gridò quando ormai era quasi fuori controllo. Masa strinse la
mano attorno al suo sesso, accarezzandolo all’unisono con le sue spinte,
che ormai erano sempre più incontrollate, e Kai mise la sua mano su quella
di Masa, un attimo prima di venire e perdere l’appoggio delle ginocchia.
Masa urlò e venne dentro di lui, riempiendolo di calore e cadendogli
addosso. La sua mano era ancora sul sesso di Kai; Masa la mosse per
accarezzargli dolcemente la pancia.
-
Come stai?- gli chiese
-
Da dio- rispose Kai, soffocato dal suo corpo, chiudendo gli occhi. Masa gli
accarezzò i capelli madidi.
-
Non dormire… ce n’è ancora…-
Kai
si girò, e ripresero a baciarsi e accarezzarsi finché non furono pronti
per un altro giro, e per un altro ancora. Kai era insaziabile ed
instancabile… voleva provarlo in tutte le posizioni, e tutte quella notte.
Ma Masa gli diede filo da torcere e alla fine crollarono entrambi, stanchi e
soddisfatti, fra le lenzuola del letto di Samejima.
Masa
era convinto che Kai dormisse, e stava per cedere al sonno anche lui, quando
Kai parlò.
-
Dormi, Masa?-
-
No-.
-
Sai…-
-
Dimmi pure, ti ascolto-.
-
Sai, Masa, io… non l’avevo mai fatto così…-
Figurati,
pensò Masa, una zoccoletta come te l’avrà preso in tutti i modi
possibili da tutti gli uomini che ha incontrato… non ti credo neanche
morto. – Sul serio?- disse.
-
Sì, non sto scherzando… ma… sono contento che sia stato tu… mi piace-
aggiunse maliziosamente.
-
Neppure con il tuo bambolotto qui?- rise Masa.
-
Ma dai! L’ho fatto con lui, ma… anche a lui piace…-
-
E così abbiamo scoperto che ti piace di più prenderlo!- continuò Masa
sempre più allegro.
-
Da te- disse Kai, rannicchiandosi contro di lui. Masa gli mordicchiò un
orecchio. - Splendida notizia- concluse; si portò Kai ancora più vicino,
circondandolo con le braccia, e chiuse gli occhi. Kai lo guardò per un
po’, era abbastanza vicino per scorgere ogni particolare del suo viso e
della sua espressione beata. Sorrise e chiuse gli occhi anche lui.
Finalmente poteva dormire nello stesso letto con Masa.
Masa
riaprì gli occhi, svegliandosi da un sogno dolce che non ricordava. Ma il
suo sogno, quello vero, era lì, accanto a lui, che dormiva. Avrebbe voluto
abbracciarlo ancora ma aveva voglia di bere un tè.
Guardò
l’orologio: era l’una, e pareva che i padroni di casa non fossero ancora
tornati. O forse erano tornati e loro due non si erano svegliati? Possibile,
erano sfiniti e dormivano come sassi. Masa si alzò il più piano possibile,
prese una vestaglia che era lì sulla sedia, anche se gli andava un po’
stretta di spalle, e andò in cucina. Rabbrividendo mise il bollitore sul
fornello e perse un quarto d’ora a cercare il tè. Quando finalmente riuscì
a berlo si sentì rinascere. Aveva quasi fame, ma il tè gli placò
l’appetito e lo riscaldò. Quand’era stata l’ultima volta che si era
sentito così bene? La sera prima, certo, ma non era stato così…
completo. Adesso si era risvegliato proprio fra le braccia del suo amante,
non si ricordava quand’era stata l’ultima volta… Stava quasi per
decidersi a tornare a letto quando il rumore della chiave lo fece quasi
morire di paura. Istintivamente si guardò in giro per cercare un posto dove
nascondersi, ma era comunque inutile; guardò verso la porta e vide entrare,
con un sorriso tranquillo, il suo rivale, Samejima La Bambola. Fu contento
di vedere quel sorriso smorzarsi in un secondo non appena lo notò. Diventò
ancora più pallido di quello che era e lanciò un gemito soffocato: - Kei!-,
correndo a spalancare la porta della camera da letto.
Masa
era divertito; non si aspettava che Samejima lo prendesse per l’amante di
Enjoji, e per un attimo pensò davvero a come sarebbe stato ancora più
divertente se ci fosse stato davvero il fratellastro invece del suo
signorino, in quel letto buttato all’aria.
-
Ma lei è…- mormorò Samejima tornando in salotto. In quel momento rientrò
anche Enjoji che spalancò gli occhi anche più dell’altro. Guardò
interrogativo Samejima, che gli indicò la sua stanza: - C’è Kai…-
disse.
-
Complimenti! Sei un vecchio sporcaccione!- disse a Masa con un mezzo
sorriso.
-
Kei!-
-
Be’, che c’è? È vero… e Kai è un gattino in calore, hai visto che
hanno fatto? E adesso che facciamo?-
-
Dai, andiamo nell’altra stanza, Kei… ci pensiamo domattina-.
-
Ehi tu, non farci sentire i mugolii di Kai questa notte, capito?-
-
Kei, smettila!- disse Ranmaru spingendolo nella camera accanto. Masa si
spogliò e si rimise a letto, ma prima che spegnesse la luce Kai si svegliò.
Masa decise che Enjoji avrebbe sentito più che mugolii, e Kai non si fece
pregare troppo.
-
Dove sei andato, Masa?- gli chiese il ragazzo mentre si lasciava stuzzicare.
-
Avevo sete- rispose sbrigativamente Masa affondandogli il viso fra i
capelli.
-
Sono tornati Enjoji e Samejima?-
-
No- sospirò Masa. Poi sorrise tra sé e si tirò su a guardarlo negli
occhi. – Se… se là fuori ci fossero loro due… tu che faresti, Kai?-
Masa sperava di andare a toccare una fantasia segreta di Kai, e dal suo
sguardo capì di esserci riuscito.
-
Be’, io… io cercherei di fargli capire… quanto sto godendo con te.
Anzi, glielo farei sentire-.
-
Lo faresti sentire a me? Quello che faresti sentire a loro?-
Kai
sorrise e gettò indietro la testa. Cominciò a gemere sempre più forte, e
Masa non gli permetteva di fingere: ogni suo grido era la conseguenza di uno
stimolo pressante di Masa. L’uomo chinò il viso sulle sue gambe e gli
prese il membro in bocca.
-
Più forte Kai… voglio sentirti più forte!!-
-
Sì… sì, continua! Oh, Masa… dai!- Le sue grida eccitavano sempre di più
Masa, e gli fecero dimenticare il pensiero di infastidire il più possibile
i padroni di casa. Il piacere di entrambi non era per niente finto, ma
quando finì Masa ridacchiò pensando ad Enjoji che lo sentiva sbattersi Kai…
chissà se il ragazzo era geloso del fratello o solo arrogante… gli aveva
dato del vecchio, ed era davvero molto più grande di Kai, ma non tanto
vecchio da non far gridare di piacere un ragazzino bollente. E chissà che
cosa stava pensando Samejima…
-
Masa? Che cosa c’è?- Kai l’aveva sorpreso assorto nei suoi pensieri.
-
Niente, Kai…-
-
Non ti è piaciuto?-
-
Ma smettila! Lo sai benissimo che piacerebbe a chiunque stare con te! Tu
sei… sei così… - stava per dire “fatto per il sesso”, ma non era
sicuro che Kai non se la sarebbe presa. Invece non disse niente e si limitò
a coccolarlo. Kai si addormentò di nuovo scivolando piano fra le sue
braccia, e Masa lo seguì un attimo dopo.
Chissà
come l’avevano presa, a casa, la loro assenza… fu questo il pensiero che
traghettò Masa fino al risveglio definitivo. C’era luce nella stanza, e
Samejima in persona era venuto a dar loro il buongiorno.
Masa
lo ignorò. Indossò di nuovo la vestaglia di Kei ed uscì dalla stanza
passando accanto all’ex campione senza degnarlo di uno sguardo, ma si
bloccò di colpo sulla porta.
-
Oh… buongiorno, Samejima!- sentì dire a Kai. Si voltò per scorgere
l’espressione raggiante sul volto del suo ragazzo mentre guardava Ranmaru.
– Scusaci, senpai, se siamo venuti qui, ma a casa c’erano dei
problemi…- santo cielo, era addirittura arrossito – quando quella notte
di era lasciato fare di tutto senza batter ciglio!- e lo guardava con uno
sguardo adorante che rischiò di far perdere la testa a Masa. Sembrava perso
negli occhi di bambina di Ranmaru.
-
Non fa niente, Kai- disse Samejima sorridendo a sua volta, come se fosse la
cosa più naturale del mondo. – Potete tornare ogni volta che volete-.
-
Ehi, calma, non scherzare! Non prendetelo sul serio, questa è casa nostra,
non un bordello!- disse Kei acido. Masa arrossì di rabbia, ma riuscì a
notare che invece Kai non si era imbarazzato per niente. Se l’avesse detto
Samejima avrebbe cercato di giustificarsi in ogni modo.
Fecero
colazione tutti e quattro insieme. Era una situazione che Masa avrebbe
evitato volentieri. Soprattutto perché Kai non faceva altro che perdersi
dietro ad ogni movimento di Samejima. Ci mancava solo che sospirasse.
Rudemente Masa lo attirò a sé e lo baciò con foga, giusto per delimitare
il territorio. Contrariamente a quanto si aspettava, Kai ricambiò il bacio
con passione. Ranmaru finse di non vederli nemmeno, mentre Kei continuava a
fissarli come se improvvisamente si fossero messi a ballare nudi.
-
Ehi, tu, guarda che lo stai inghiottendo! E poi finitela,a ci avete già
disgustato abbastanza questa notte!- disse ad un certo punto, quando notò
che i due non si lasciavano per niente intimidite.
-
Invidioso?- chiese Masa asciutto.
-
Ma neanche per sogno!
-
Adesso basta!- Samejima sbatté sul tavolo il vassoio di paste, ed Enjoji
tacque in un attimo. Masa gli sorrise con sufficienza e tornò ad occuparsi
di Kai,che faceva le fusa come un gattino. Certo, comunque Kei aveva
ragione, quella notte Kai sembrava davvero un gattino in calore, ma secondo
lui non era così offensivo come invece voleva far credere Kei. Masa era
certo che anche lui e Samejima non fossero due pezzi di ghiaccio quando
facevano l’amore…
Mentre
li salutava sulla porta, Samejima ribadì che potevano tornare ogni volta
che volevano, e Kei non ribatté, gelato dall’occhiata che il suo ragazzo
gli aveva lanciato ancor prima che aprisse bocca. Non che Masa ci tenesse
particolarmente a ritornare spesso, ma poteva essere una buona “base”
quando non c’erano alternative. Anche se avrebbe giurato che la chiave non
l’avrebbero più trovata lì dov’era quella sera.
-
Che diremo a mio padre, Masa?- gli chiese Kai quando stavano per infilarsi i
caschi.
-
Gli diremo che siamo venuti a trovare Enjoji e Samejima-.
-
Sì, e se la berrà che siamo rimasto lì tutta la notte?-
-
No, certo… però tu e loro avevate voglia di uscire e io di certo non
potevo lasciarti andare in giro di notte per Tokyo senza protezione…e
se avessi tentato di scappare di nuovo? Così, controvoglia, ho
dovuto seguirti!-
-
Già, proprio controvoglia! Comunque sappi che non ti obbligherò mai più a
fare qualcosa che non vuoi!-
Masa
lo attirò a sé rudemente e lo baciò. Kai li riportò entrambi a casa sani
e salvi, e non dovettero nemmeno sorbirsi quella gran ramanzina di Sagano.
Una bella dormita gli aveva fatto passare la rabbia e credette a tutto
quello che i due gli dissero.
La
loro storia d’amore cominciava sotto i migliori auspici… nel pomeriggio
bruciarono in giardino, con le foglie secche, anche il quaderno con tutte le
foto di Samejima. Si strinsero vedendo il fumo e i pezzetti di cenere salire
al cielo e Masa si augurò che anche il pensiero di Samejima si dissolvesse
per Kai nelle nuvole leggere.
Chissà
se si sbagliava.
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